Attendibilità del testimone vittima di violenze

Attendibilità del testimone vittima di violenze

1. La garanzia dell’attendibilità, la tutela della vittima ed il diritto di difesa.

Le testimonianze delle vittime di violenza e maltrattamenti domestici sono considerate una parte fondamentale nel processo legale che punta a garantire giustizia e protezione per chi ha subito queste forme di abuso. Tuttavia, la attendibilità di queste testimonianze è spesso messa in discussione, sia dalla difesa che dai critici del sistema giudiziario.

Le vittime di violenza e maltrattamenti domestici possono essere soggette a pressioni e minacce da parte del perpetratore, anche in via indiretta, circostanza che spesso influenza la loro capacità di testimoniare in maniera obiettiva e coerente. Inoltre, lo stress emotivo e psicologico causato dall’abuso subito dal maltrattatore può rendere difficile la ricostruzione degli eventi, qualora la vittima non venga adeguatamente tutelata in sede di deposizione.

In molti casi, purtroppo, di fronte al rischio di non essere credute, a causa del timore di ritorsioni da parte dell’aggressore o per proteggere la propria famiglia, piuttosto che subire nuove minacce, pressioni e tornare a vivere l’inferno, subito anche per molti anni, le vittime possono anche ritrattare le loro testimonianze. Questo comporta spesso una sfida per l’Autorità inquirente, requirenti, ma anche per gli stessi difensori della parte offesa, i quali fanno molta fatica a raccogliere prove concrete e affidabili per garantire la credibilità in ambito processuale.

Inoltre, la società spesso pone delle aspettative irrealistiche sul comportamento delle vittime di violenza domestica, giudicandole in base ai loro atteggiamenti e reazioni durante e dopo l’abuso. Questo può portare a dubbi sulla credibilità delle loro testimonianze e a una percezione distorta della realtà dei fatti.

Tuttavia, è importante riconoscere che le testimonianze delle vittime di violenza domestica sono fondamentali per garantire che gli autori di questi crimini vengano portati davanti alla Giustizia e che le vittime ricevano il supporto di cui hanno bisogno. È, quindi, cruciale, nel pieno rispetto del diritto alla difesa dell’assunto reo, che la Magistratura ed i difensori siano adeguatamente formati e preparati, nonché abbiano maturato una importante esperienza nella materia, al fine di adottare un approccio sensibile ed empatico nel trattare con le vittime, fornendo loro il supporto necessario per poter testimoniare in maniera protetta, accurata e sicura.

Inoltre, è fondamentale che vengano messe in atto misure di protezione adeguate per garantire la sicurezza delle vittime durante tutto il processo legale, ma anche nel periodo successivo allo stesso. Questo include, a mero titolo esemplificativo, l’accesso a servizi di supporto psicologico, alloggi sicuri e altre risorse che possano aiutarle a superare l’abuso subito.

Venendo, nello specifico, alla deposizione resa in corso del processo penale, la testimonianza della parte offesa ha un ruolo cruciale nel determinare la colpevolezza dell’imputato e garantire giustizia per il reato commesso. La testimonianza della vittima fornisce al Tribunale prove cruciali sugli eventi che hanno portato all’accusa e sul danno subito dall’individuo.

Durante il processo, la vittima, chiamata a testimoniare sotto giuramento, viene esaminata sia dalla difesa che dall’accusa. La sua testimonianza è fondamentale per stabilire la dinamica del reato e per confermare o confutare le prove presentate dalle parti coinvolte.

La testimonianza della vittima fornisce, poi, una rappresentazione accurata degli eventi e delle circostanze legate al reato. In molti casi, la testimonianza della offesa è considerata una delle prove più importanti nel processo penale.

Tuttavia, tale testimonianza può anche essere soggetta a critiche e contestazioni da parte della difesa, che potrebbe mettere in dubbio la sua credibilità o la sua precisione nei dettagli. È importante che la testimonianza della vittima venga supportata da altre prove e testimonianze per garantire la solidità del caso presentato in Tribunale.

Inoltre, è fondamentale proteggere la vittima durante il processo penale, garantendo la sua sicurezza e il suo benessere emotivo.

2. La vittimizzazione secondaria.

Esiste, poi, un altro altrettanto grave effetto non certo di minor rilievo per la vittima che vede  ormai troppo spesso la propria credibilità minata in sede processuale da elementi probatori che appaiono di impatto iniziale, ma, nella sostanza, sono sforniti di credibilità. essi portanto ugualmente allo sconforto psicologico della parte offesa, la quale deve sempre esseree seguita ed adeguatamente informata e rassicurata sulla realtà processuale da parte dei difensori.

Si tratta del fenomeno definito in criminologia della c.d. “vittimizzazione secondaria”. Essa si riferisce alla sofferenza aggiuntiva , rispetto a quella già subita durante gli eventi che rappresentano il capo di imputazione, che, sommandosi al vissuto, comporta l’ulteriore trauma che una vittima di un crimine può subire durante il processo legale.

Questo fenomeno può verificarsi quando la vittima viene trattata in modo insensibile o poco rispettoso non tanto dall’Autorità Giudiziaria, che, al contrario, è sempre adeguatamente formata e preparata per l’ascolto di una persona fragile e che ha potenzialmente subito violenze e maltrattamenti, ma, soprattutto, da avvocati o dai media, oppure quando viene ripetutamente interrogata, sottoponendola a pressioni emotive e psicologiche, facendo emergere inesistenti sensi  colpa  o, ancora, messa in dubbio la sua credibilità. Evento che si manifesta quando il diritto di difesa trascende nella criminalizzazione della vittima stessa.

La vittimizzazione secondaria può avere effetti negativi sulla salute psicologica, sul benessere emotivo e sulla capacità della vittima di partecipare pienamente al processo legale. Un simile atteggiamento di vittimizzazione secondaria può spesso far sentire la vittima in colpa o imbarazzata per essere stata coinvolta nel crimine, aggravando ulteriormente il suo trauma.

Per prevenire la vittimizzazione secondaria, è importante che la Parti processuali trattino la vittima con rispetto, empatia e sensibilità durante l’intero processo legale. Gli avvocati, soprattutto, troppo spesso non avvezzi a trattare questa tipologia di reati, dovrebbero essere preparati e costantemente formati al fine di gestire con cura le vittime di crimini, evitando domande offensive o insensibili e garantendo che la loro privacy e dignità siano rispettate.

La vittimizzazione secondaria durante il processo penale è un problema serio che può influenzare negativamente la guarigione della vittima e la giustizia nel sistema legale. È fondamentale che le Autorità Giudiziarie adottino misure per prevenire la vittimizzazione secondaria e garantire che le parti offese vengano trattate con dignità e rispetto durante tutto il processo legale.

Per evitare che quanto sopra accada in un’aula di giustizia, tanto civile quando penale, è importante che le vittime siano assistite da avvocati specializzati in “diritto di genere”, sia per aiutarle ad affrontare il processo penale ed affrontare il proprio trauma in modo sano, sia per fermare gli attacchi che, spesso oltrepassano ogni limite difensivo accettabile, con l’obbiettivo di difendere l’inevitabile fragilità della persona offesa, che, in quel momento, è più che mai vulnerabile.

3. Il fenomeno dell’inversione dei ruoli vittima/carnefice.

L’inversione del ruolo tra vittima e carnefice nei reati di violenza e maltrattamenti è un fenomeno complesso e talvolta controverso. Può manifestarsi in diversi modi, tra i quali i seguenti:

A) MANIPOLAZIONE della vittima: In alcuni casi, il carnefice può manipolare la vittima facendole credere di essere la colpevole o di meritare il trattamento violento o abusivo. Questo può portare la vittima a sentirsi in colpa o impotente, invertendo il ruolo tradizionale di vittima e aggressore.

B) GASLIGHTING: Questa è una forma estrema di manipolazione psicologica in cui il carnefice fa dubitare alla vittima della sua percezione della realtà. La vittima potrebbe essere convinta di essere instabile, esagerare o addirittura inventare gli abusi subiti, mentre in realtà è la vittima dell’abuso.

C) AUTOVITTIMIZZAZIONE del carnefice: In alcuni casi, il carnefice può tentare di presentarsi come vittima, giustificando o minimizzando il proprio comportamento violento o abusivo. Questo può portare a un’inversione dei ruoli, con la vittima che viene accusata o screditata.

D) Ritorsione o difesa: In situazioni di violenza domestica o abuso, la vittima potrebbe reagire difendendosi dall’aggressore. In tal caso, l’aggressore potrebbe manipolare la situazione presentandosi come vittima della reazione difensiva della persona che ha inizialmente subito l’abuso.

E) DISTORSIONE della percezione sociale: In alcune circostanze, la società o l’ambiente circostante possono percepire erroneamente la vittima come colpevole, mentre il carnefice può essere visto come innocente o come vittima delle circostanze.

È importante riconoscere che l’inversione dei ruoli non cambia la natura dell’abuso o della violenza subita dalla vittima. Gli abusi e le violenze devono essere riconosciuti e affrontati indipendentemente da qualsiasi tentativo di invertire i ruoli tra vittima e carnefice. È fondamentale fornire sostegno e protezione alla vittima e perseguire responsabilmente l’aggressore attraverso il sistema giudiziario.

4. Conclusioni.

In conclusione, la attendibilità della testimonianza delle vittime di violenza e maltrattamenti domestici è un tema complesso che richiede un approccio olistico e sensibile da parte delle dell’Autorità Giudiziarie e dei difensori, al pari della Società nel suo complesso.

La testimonianza della vittima durante il processo penale è essenziale per garantire la giustizia e la verità nel sistema legale. È importante che la testimonianza della vittima venga trattata con rispetto e considerazione e che venga utilizzata in modo efficace per proteggere i diritti della vittima, punire il colpevole e prevenire futuri reati.

 

partner